Violino napoletano, primo decennio XX sec., "Liuteria Fratelli Vinaccia fu Pasquale, fornitori della Real Casa d'Italia", piroli, tastiera, e cordiera in ebano, fondo in 2 parti e fasce in acero, piano armonico in abete filettato.





Carlo Vettori, grande liutaio fiorentino
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Viola d'amore francese costruita da Eduard Laube nei primi decenni del XIX secolo su modello delle viole d’amore costruite da Mathias Griesser nel 1727. Questo liutaio, tedesco di nascita, si trasferì a Mirecourt e divenne uno dei più apprezzati liutai del suo tempo. Lo strumento è armato con cinque corde di canto, in metallo, e sei corde che vibrano per simpatia, in materiali diversi (due in rame, due in acciaio, due in oro). Tutte le corde partono dai piroli alloggiati nel lungo cavigliere. Quelle di canto seguono il tragitto consueto mentre quelle di risonanza passano sotto la tastiera, attraversano il ponticello passando tra appositi fori sotto il margine superiore e finiscono su sei piroletti infissi all’estremità inferiore dello strumento. Il piano è in abete, il fondo, piatto, e le fasce sono in acero mentre la tastiera è in ebano. La cassa ha una forma a volute con una bombatura tra le punte delle "C" ed i fori armonici sono ad effe e vi è una piccola rosetta intagliata al margine inferiore della tastiera. Lo strumento è lungo mm. 803, largo mm. 276, le fasce hanno u'altezza da mm. 46 a 60, diapason mm. 369. Sul fondo vi è, marchiato a fuoco, la scritta: E. LAUBE.


















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Violino italiano recante un cartiglio interno con la dicitura: Joannes Franciscus Celoniatus / fecit Taurini Anno 1734. Giovanni Francesco Celoniato (1702 - 1750) ha lavorato a Torino dal 1730 al 1750, allievo di Giofredo Cappa (1644-1717), si distinse per la scelta dei legni (acero ma anche pioppo e oppio) e per la cura della lavorazione. Lo strumento presenta il tipico “ammodernamento” costituito dal rialzo della tastiera con l’inserimento di un cuneo di legno e l’avvicinamento della catena. Il piano armonico è in abete rosso con doppia filettatura e C chiuse, fasce e fondo (intero) sono in acero marezzato, tastiera, piroli e reggicordiera in ebano. Le sue dimensioni sono: lunghezza totale mm 594; lunghezza cassa mm 354; lunghezza tastiera mm 275; larghezza cassa parte sup. mm 166; larghezza cassa parte inf. mm 198; larghezza cassa alle rientranze mm 111; altezza fasce mm 31, mm 32; lunghezza vibrante mm 330; lunghezza effe mm 66; distanza minima effe mm 50; distanza massima effe mm 117.




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Violino italianoanonimo costruito probabilmente in Italia nel '700 e restaurato nell'Ottocento. Lo strumento presenta, infatti, il tipico “ammodernamento” costituito dal rialzo della tastiera ed un restauro con inserimento di due pezzi di abete sulle parti laterali della tavola. Il violino presenta una bellissima vernice, la tavola è in abete mentre le fasce ed il fondo, in due pezzi e con un doppio filetto, sono in acero di ottima qualità. Le sue dimensioni sono: lunghezza totale mm 594; lunghezza cassa mm 359; lunghezza tastiera mm 272; larghezza cassa parte sup. mm 187; larghezza cassa parte inf. mm 201; larghezza cassa alle rientranze mm 109; altezza fasce mm 30, mm 33; lunghezza vibrante mm 327; lunghezza effe mm 72; distanza minima effe mm 42; distanza massima effe mm 134.














































Violino francese, anonimo, seconda meta' del '700. Ricercatissima scelta dei legni: la tavola (restaurata due volte) è in abete rosso a venature fitte e regolari ed una doppia filettatura sui bordi. Il fondo, in un pezzo unico, e le fasce (restaurate anch'esse) sono in acero con marezzatura media e doppia filettatura. In acero marezzato sono anche la testa, il riccio ed il manico. La tastiera, la cordiera e i piroli sono in ebano, corde e reggicordiera in budello. La vernice, di ottima qualita' e ben conservata, è originale.














































Violino anonimo costruito probabilmente nel '700 e restaurato nell'Ottocento. Lo strumento presenta infatti un rialzo della tastiera ed un restauro con inserimento di due pezzi di abete sulle parti laterali della tavola. Il violino presenta una bellissima vernice, la tavola è in abete mentre le fasce ed il fondo sono in acero di ottima qualità.








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Violino ¾ italiano, recante una etichetta A. MONZINO & FIGLI / Milano – via Rastrelli, 10 / PREMIATA LIUTERIA ARTISTICA. Oltre l’etichetta vi è una scritta ad inchiostro: ANTONIUS STRADIVARIUS CRAEMONENSIS / FACIEBAT ANNO 17 ed il simbolo dei due cerchi concentrici, la croce e le lettere A S. Lo strumento ha la tavola in abete, fondo e fasce in acero marezzato e, sotto la tastiera ebanizzata, un listello di legno di circa un millimetro. Lumngheza mm.571, larghezza polmone sup. mm. 155, larghezza massima mm. 191.











































Pochette di viola d’amore, di costruzione popolare, databile tra alla fine del XVIII secolo, probabilmente francese. Lo strumento è in legno di tiglio in un blocco unico scavato all’interno, quindi senza fasce. La lunghezza totale di mm. 538 mentre il diapason è di mm. 288. Il riccio è incompleto, ad uncino, il capotasto in osso, la cassa dei piroli ne ospita 8, quattro per le corde tastate e quattro per quelle di simpatia che scorrono sotto la tastiera. Il piccolo ponticello (non originale come la cordiera) alloggia tra due effe di fattura approssimativa, le corde sono di budello quelle di canto e metalliche le altre mentre i piroli sono in palissandro.











































Pochette (violino muto o sordino), Italia, fine XIX sec., tastiera ebanizzata, fondo, tavola e fasce in abete, forma vagamente tronco-piramidale, con 2 piccole aperture ai bordi laterali ed una centrale a forma di T.









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Violino italiano metà ’800 di forma stradivariana, tavola in abete con filetto interno largo, fondo e fasce in acero, sul fondo vi è un’immagine di città fluviale (Cremona ?) e personaggi sulla barca, manico basso, tastiera in ebano.



















































Violino tedesco di tipica fattura tirolese, probabilmente costruito alla metà del settecento a Füssen, località delle alpi bavaresi famosa per le numerose famiglie di liutai. La firma, a penna, è difficilmente leggibile, si legge chiaramente la "S" iniziale e le lettere finali "ler" (Gaetano o Franz Stadler?). Vi è traccia di un restauro che dovrebbe risalire alla seconda metà dell'ottocento che non ha compromesso l'integrità dello strumento. Il suono è dolce e ricco di armonici anche se non particolarmente corposo e potente. La vernice in alcuni punti è molto consumata. Il fondo, in due parti, e le fasce sono in acero, la tavola in abete, la tastiera, i piroli e la cordiera in ebano.













































Violino tedesco, il cartiglio reca la dicitura: Aug. Clemens Glier Musicinstrumenten Fabric Markneukirchen i. S. August Clemens Glier fu attivo tra la fine del XIX secolo ed il 1939 a Markneukirchen in Imosenstrasse. Vernice molto consumata, piano armonico in abete di ottima qualità a filettatura larga, punte delle C pronunciate, fondo in due pezzi di acero, controfasce alte, cassetta dei piroli a pareti sottili, cordiera, piroli e tastiera in ebano.




















































Violino italiano, fine '700, costruito da Nicola Guseto, liutaio fiorentino, che lavorò a Cremona dal 1785 al 1830, adottando modelli tedeschi e usando legni scelti. Questo strumento, molto simile al celebre violino di Chanot nel settecento (ripreso anche da Utili ai primi del '900), presenta una forma inconsueta a chitarra, mancando le punte delle "C" ed avendo le "effe" a forma di fiamma. La tavola è in abete a filettatura larga, il fondo e le fasce sono in acero, la vernice gialla, il riccio molto piccolo ma elegante e la tastiera ebanizzata.














































Violino il cui cartiglio interno reca la scritta: ANTONIUS BRAUN / FABRICANT DE INSTRUMENTE MUSICALE / TEMESVARINI ANNO 1930. Anton Braun (1877-1927) iniziò l’attività di liutaio nel 1896 nella città austro-ungarica di Temesvár / Temeswar. Aveva imparato l’arte da suo padre e suo fratello maggiore (Johannes) nell’officina fondata da C. W. Richter nel 1867 a Szeged. Quando morì nel 1928 suo figlio Anton Michael Braun (1911-1978) rilevò l'attività, poi (dal 1958), si dedicò esclusivamente alla costruzione di sassofoni. La tavola è in abete con una doppia filettatura, il fondo (in due parti) e le fasce sono in acero marezzato, la tastiera e la cordiera sono in palissandro. Sulla custodia vi è una targhetta con la dicitura: A. BRAUN / FABRICANT DE INSTRUMENTE MUSICALE / TIMISOARA (CETATE).














































Violino anonimo, costruito alla fine del XIX secolo. La tavola è in abete con una doppia filettatura, il fondo (in due parti) e le fasce sono in acero finemente marezzato, la tastiera è in ebano mentre piroli, cordiera e bottone sono in palissandro. La lunghezza della cassa è di 361 mm.


















































Violino italiano anonimo, costruito alla fine del XIX secolo. La tavola è in abete con una doppia filettatura, il fondo (in due parti) e le fasce sono in acero marezzato, la tastiera e la cordiera sono in palissandro. La lunghezza totale è di mm595, la cassa mm. 361, larghezza massima 203, minima 166, tastiera mm. 269, fasce mm. 33, lunghezza effe mm.56, distanza minima tra le effe mm 50, massima tra le effe mm 124, diapason mm 322.


















































Violino a 5 corde (quintone o dessus) sorta di piccola viola da gamba da suonare come un violino. Il cartiglio reca la dicitura: Emanuel Hüller, / Musik - instrumentenerzeugung / GRASLITZ, Kirchplatz 790 / (Böhmen.). Questo liutaio, fu attivo a Graslitz fino all'inizio del XX secolo costruendo anche strumenti a fiato. Piano armonico in abete, le C non hanno la punta inferiore, per cui lo strumento somiglia, nella parte inferiore ad una chitarra, le effe presentano un foro quadrato al centro verso il ponticello, fondo, fasce e manico in acero, tastiera in ebano. Molto inconsueta è la cassetta in cui, al posto dei piroli, appaiono 5 meccaniche; al posto del riccio è scolpita una testa di leone.











































Viola da braccio tenore italiana, anonima, di fattura piuttosto popolare, costruita probabilmente nella prima metà del XIX secolo lungo l’arco alpino e successivamente restaurata in maniera approssimativa ai primi del Novecento, epoca a cui risale la cordiera. Le caratteristiche morfologiche di questo strumento sono tipiche della viola da braccio italiana: fondo leggermente bombato, fasce non molto alte, spalle rotonde, unite al manico ad angolo acuto, tavola armonica e fondo con bordi sporgenti e spigoli, catena interna longitudinale, fori a ff, manico stretto, corde relativamente grosse in numero di 4, suono pieno e rotondo, cordiera annodata con un corda di minugia al bottone in cui vi è il foro per il puntale fissato nella parte inferiore dello strumento. La viola tenore era suonata poggiata sulla spalla destra ma, essendo una posizione scomoda, più spesso era tenuta tra le gambe. La tavola è in abete mentre il fondo e le fasce sono in acero, la tastiera è in legno ebanizzato e verniciato e la vernice è piuttosto scura e pesante. Le sue dimensioni sono: lunghezza totale mm 921; lunghezza cassa mm 559; lunghezza tastiera mm 415; larghezza cassa parte sup. mm 248; larghezza cassa parte inf. mm 315; larghezza cassa alle rientranze mm 165; altezza fasce mm 63, mm 85; lunghezza vibrante mm 525; lunghezza effe mm 115; distanza minima effe mm 75; distanza massima effe mm 185. L’accordatura è all’ottava inferiore rispetto al violino (Sol, Re, La, Mi).











































Viola da braccio tenore, italiana. Il cartiglio interno reca la scritta: IOSEPH NADOTTI FECIT / PLACENTIÆ 1789. Giuseppe Nadotti, piacentino, attivo fino al 1790, costruiva strumenti di pregevolissima fattura ispirati ai modelli di Amati. La viola da braccio tenore si colloca in una posizione intermedia tra il violoncello e la viola ed era usata per la quarta voce nelle partiture a 5 voci. Questo strumento è armato con 4 corde in budello, la tavola è in abete rosso con venature fitte e regolari e due ordini di doppia filettatura. Le fasce ed il fondo (in due parti), anch'esso con due ordini di doppia filettatura, sono in acero scarsamente marezzato, la vernice è gialla. Il manico ed il ricciolo sono in acero non marezzato, la tastiera in ebano e la cordiera in legno ebanizzato.

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Violoncello di liuteria tedesca, costruito probabilmente intorno al 1870. La tavola armonica è in abete e presenta una crepa sul lato sinistro perfettamente restaurata. Il fondo, in due parti, e le fasce sono in acero, la tastiera e la cordiera sono in ebano. Tutte le parti sono originali tranne la vernice ripresa durante il restauro. Il suono è particolarmente forte e caldo, specie nei bassi. Presenta un cartiglio interno con la dicitura: ANTONIO STRADIVARIUS. La lunghezza totale è di 752 mm., la larghezza del corpo sup. 347, centr. 244, inf. 444. La lunghezza del capotasto è 692, la mensura 400, la fascia sup. 114, inf. 119.















































Violoncello dimensioni 7/8, costruito nel 1912 dal liutaio Braun Antal Hangszerixészitõ Temesvar Belváros, tastiera ebanizzata, piroli e cordiera in ebano, fondo in 2 parti e fasce in acero, tavola in abete massello.




















































Violoncello recante un cartiglio interno con la dicitura: Giov Battista Fabricatore fecit / Anno 1777 in S.M. dell’Ajuto / Napoli. La tavola armonica è in abete contornata da una doppia filettatura e presenta una crepa sul lato sinistro perfettamente restaurata. Il fondo, in un solo pezzo, e le fasce sono in acero, la tastiera e la cordiera sono in ebano, la vernice è rosso-marrone. Il puntale non è originale. Dimensioni: lunghezza totale mm 1234; lunghezza cassa mm 762; lunghezza tastiera mm 691; larghezza cassa parte sup. mm 351; larghezza cassa parte inf. mm 441; larghezza cassa alle rientranze mm 247; altezza fasce mm 130, mm 131; lunghezza vibrante mm 608; diapason tavola 404; lunghezza effe mm 142; distanza minima effe mm 104; distanza massima effe mm 252.














































Violoncello piccolo francese recante un cartiglio interno con la dicitura: medaglia / Jerome Thibouville Lamy 1905 / Luthiers / 72 Rue Rèaumur / Paris. La tavola armonica è in abete contornata da una doppia filettatura, il fondo, in due pezzi, e le fasce sono in acero, la tastiera ed i piroli sono in noce, la cordiera è in ebano, la vernice è rosso-marrone. Sul fondo vi è un vecchio e molto vistoso restauro. Lo strumento è particolare per le sue dimensioni; lunghezza totale mm 1023; lunghezza cassa mm 627; lunghezza tastiera mm 506; larghezza cassa parte sup. mm 285; larghezza cassa parte inf. mm 368; larghezza cassa alle rientranze mm 204; altezza fasce mm 114, mm 116; lunghezza vibrante mm 586; diapason tavola 334; lunghezza effe mm 112; distanza minima effe mm 86; distanza massima effe mm 196.














































Viola, inizio ‘900, cartiglio recante la scritta: Erish Neuerich Roth, Bubeureuth Erbaughen. Forma tipo Guarnieri, accurata scelta dei legni. Piano armonico in abete, a filettatura larga, fasce e fondo in 2 pezzi di acero, tastiera, capotasto e contorno dello zocchetto del manico in ebano. Lunghezza della cassa: 41 cm.
















































Contrabbasso ungherese XIX sec. manifattura di Szegedi, liutaio Butor Vallalat, tastiera ebanizzata, fondo e fasce con listello di rinforzo sui bordi, tavola armonica in abete massello; in origine a 4 corde è stato ridotto a 3 corde per suonare musica popolare, corde originali di budello.



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Contrabbasso popolare anonimo dell'Europa dell'Est (Romania?) a tra corde. La tavola è in abete, fasce e fondo in compensato, listello di rinforzo sui bordi, manico in faggio, tastiera ebanizzata. Le meccaniche sono in ottone, ferro e legno, diverse tra di loro.per suonare musica popolare, corde originali di budello.



















































Violino-Stroh, strumento dei primi anni del XX secolo, anonimo, costituito da un violino a cui manca la cassa, sostituita da un corpo centrale, su cui poggiano il ponticello e la mentoniera, che trasmette i suoni ad un risuonatore, posto sotto il corpo centrale e collegato ad una tromba in ottone, parallela al manico, che amplifica i suoni. Manico, corpo e mentoniera sono i acero mentre piroli, tastiera e reggicordiera sono in legno ebanizzato .Si tratta di uno dei violini usati nell'epoca delle prime incisioni fonografiche (la campana serviva per indirizzare il suono verso la tromba dell'apparecchio di registrazione) e il suo vero nome era "Stroh-violin", inventato nel 1901 dal londinese Charles Stroh.














































Jap Stroh fiddle, (fhono-fidle) dei primi anni del XX secolo. Questo strumento, utilizzato per le prime incisioni fonografiche, è costituito da un a tastiera con una sola corda di lunghezza vibrante di 63 mm., all'estremità inferiore vi sono due alette che permettono di tenere lo strumento tra le gambe mentre, sotto il ponticello, è posta una membrana ed un risuonatore, collegato ad una tromba in ottone parallela al manico, che amplifica i suoni. Sul risuonatore vi è la dicitura TRADE MARK. FHONO-FIDLE / A. S. HOMSON / REG. NO. 287991. Sulla campana vi è il numero 21, sul manico è inciso DOUGLAS & Co / 7 SOTH ST. / LONDON E.C / REGD N0 423256. Di norma questo strumento veniva accordato su Re3 (cioè un tono sopra al do centrale, corrispondente alla terza corda del violino). La finalità era quella di costruire un soprano molto efficace nell'esecuzione melodica (e molto facile, visto che ha un corda sola).














































Ochydactyl, strumento usato da musicisti e dattilografi per aumentare l'agilità e il divaricamento delle dita, databile ai primi del ‘900. È costituito da cinque alloggiamenti per le dita che continuano in lunghe leve collegate a delle molle posizionabili a varie altezze e che permettono di impostare la "forza". Tutta la struttura è in metallo di mm. 110 di altezza, 165 di larghezza e 110 di profondità mentre le leve sono lunghe mm. 265.














































Salterio ad arco anonimo, probabilmente costruito nella prima metà del XX secolo. Costituisce una delle varianti dello strumento psalterium; in questa versione il suono si realizza mediante sfregamento delle corde di metallo con un minuscolo archetto. La possibilità di suonare agevolmente tanto le corde dei suoni diatonici, quanto le corde dei suoni alterati, fa sì che lo strumento debba assumere la foggia pressoché obbligata a triangolo. Si presenta come un triangolo isoscele con corde in acciaio armonico disposte perpendicolari alla base minore che vengono sollecitate con un archetto. Sul lato destro sono disposte le note naturali e sul lato sinistro le note alterate. La particolarità di questo strumento è dovuta essenzialmente al suono, ricco di armonici e risonanze. Le dimensioni dei lati lunghi sono di mm. 585 mentre la base è di mm. 195. Possiede un corto archetto e 26 corde per una estensione da Fa4 al Sol5.














































Accordatori ad ancia metallica databili tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. I primi tre sono contenuti in una custodia metallica ed emettono la nota La, il quarto è costituito da quattro cilindri che emettono le note Sol, Re, La, Mi, il quinto è sormontato da una meccanica semicircolare con incise tutte le note che, ruotando ed interrompendo l’ancia vibrante a varie altezze, emette la scala cromatica.














































Archi databili tra il XIX ed il XX secolo. I primi sono per contrabbasso del XIX secolo, uno con impugnatura alla tedesca lungo mm. 660, di fattura popolare. L’altro, armato con crine di cavallo nero, della lunghezza di mm. 635, bacchetta in pernambuco, il nasetto in ebano con occhietti in madreperla. Tre sono archi per violoncello, uno per viola armato con crine di cavallo nero e otto per violino, Vi è poi un arco per violino piccolo e un arco per ukelin.














































Sordine per violino costruita tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX secolo. La piccola collezione è costituita da diciotto sordine di cui nove in ebano, cinque in metallo, due in bachelite, una in pero e una in cuoio.














































Sonometro a tre corde risalente al primo decennio del XX secolo. Il sonometro è uno strumento con il quale si può determinare l'altezza di un suono, cioè il numero delle sue vibrazioni. Esso utilizza la proprietà per cui il numero delle vibrazioni di una corda tesa, se la tensione non varia, è in ragione inversa della sua lunghezza. Il sonometro consiste in una cassetta rettangolare di legno, la quale porta all'estremità due ponticelli fissi dove si poggiano le corde. Queste vengono fissate ad un capo con delle meccaniche a vite mentre dall'altro sono tenute in tensione da delle molle. Se si vuole limitare la parte vibrante della corda la si preme su un terzo ponticello scorrevole a piacere lungo lo strumento. La lunghezza della parte vibrante si legge su una scala disegnata lungo la corda. Questo strumento è largo mm. 63, lungo mm. 850, il diapason è di mm. 61. Sulla tavola armonica vi sono quattro fori circolari e la scala su cui vi è la dicitura: L. E. Knott Apparatus Co. / Boston, Mass. mentre sul fondo vi è un cartiglio rovinato su cui si può leggere: SONOMETER NO. 53 – 11 / L. E. Knott Apparatus Co. / CAMBRIDGE, Mass.